Digital Transformation, ai nastri di partenza.
Una delle più grandi sfide per le aziende oggi riguarda il modo con cui approcciarsi a un mercato tecnologico e iperconnesso.
Il mondo globalizzato è sempre più piccolo, affollato e pieno di concorrenti agguerritissimi.
Le economie emergenti mostrano una crescita anche per quanto riguarda l’alfabetizzazione e le innovazioni digitali. Chi rimane indietro, difficilmente riuscirà a recuperare. E chi si affaccia oggi, con un certo ritardo, sperimenta l’illusione ottica del pilota su un’auto lanciata ad alta velocità, dove sembra la strada si restringa.
Se è veramente un’illusione, come eliminarla e competere ad armi pari con i motori rombanti e a pieni giri? La direzione è quella di integrare e sfruttare le nuove tecnologie organicamente, tra i diversi reparti dell’azienda, con chiare e stringenti priorità nella strategia da perseguire e lo sguardo rivolto agli utenti-clienti.
Abbiamo già visto i vantaggi di una strategia incentrata sulla digital transformation aziendale, di come le tecnologie presenti nella nostra quotidianità come internet, i social network, gli smartphone siano parte integrante dei flussi di lavoro (leggi ad esempio gli articoli sulla timbratura online con smartphone e su come trasformare un tablet aziendale in un timbracartellino).
Aspetti della Digital Transformation
Secondo Pearl Zhu, celebre autrice di saggi sulla digital transformation e – come le piace autodefinirsi – una “innovativa Corporate Global Executive”, la trasformazione digitale è un viaggio in cui step dopo step si devono cercare e creare competenze e visione, una mentalità rispondente ai nuovi modelli di business digitali.
Le diverse facce del prisma per affinare uno sguardo capace di intuire e guidare i cambiamenti secondo Pearl Zhu sono nove: digital vision, digital mindset, digital strategy, digital culture, digital capability, digital innovation, digital Intelligence, digital workforce, digital maturity. Un prisma con molti lati e tutti da approfondire.
In questo articolo affronteremo la Digital Vision.
Che cosa significa sviluppare una visione digitale? La digitalizzazione è un costante game changer per l’organizzazione, afferma Zhu, cioè uno sviluppo continuo di idee rivoluzionare che cambiamo le regole del gioco. Il vertice del prisma è il cliente, infatti si parla di customer-centricity, la customer experience è quindi l’elemento che guida l’orchestra della digital transformation. Paradossalmente maggiore è il livello di digitalizzazione e più rilevante sarà l’empatia, perché se l’iperconnettività aumenta possibilità e abbatte barriere e distanze, l’effetto psicologico è di sentirci tutti così vicini e allo stesso tempo così distanti. E mentre la vicinanza si configura come possibilità tecnologica di arrivare a qualsiasi prodotto o servizio, la distanza rimane ed è avvertita come impersonale e fredda. L’empatia quindi è l’elemento che riavvicina l’utente-cliente.
Digital Transformation ed empatia aziendale
Digitalizzazione > centralità del cliente > empatia, una formula che deve partire dalla struttura organizzativa, includendo in questa visione collaboratori e dipendenti – e qui la customer experience presenta continuità con l’employee experience. Un’organizzazione disegnata su questa formula avrà più vantaggi nell’affrontare strategie efficaci. Le realtà che partono in pole position quindi non saranno le tradizionali C2, “command-and-control”, ma quelle caratterizzata da un’alta performance collaborativa interna e nei confronti degli utenti-clienti.
Che cosa perde e che cosa acquisisce un digital empathic management rispetto a un C2 management?
PERDE
- una visione piramidale della gestione aziendale,
- un’inclinazione autocratica,
- individualismo,
- lungaggini burocratiche per qualsiasi richiesta o progettualità,
- intolleranza per discussione e controversie…
- … e soprattutto intolleranza agli errori.
GUADAGNA
- Una visione collaborativa: un leader brillante prende ottime decisioni perché comprende il valore del dialogo,
- il successo come frutto del lavoro di gruppo,
- rapidità ed efficacia nel rispondere ai cambiamenti dell’era digitale,
- accettazione del confronto aperto e promozione del linguaggio assertivo,
- gestione reale degli errori per finalità di prevenzione.
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